Differenze di psicopatologia di genere nei disturbi depressivi e nei disturbi d’ansia: uno studio su 507 casi

Gender-related psychopathological differences in depressive and anxiety disorders: a study on 507 cases

A. Speca, M. Pasquini, A. Picardi, P. Gaetano, M. Biondi, P. Pancheri

III Clinica Psichiatrica, Universit� di Roma "La Sapienza"

Parole chiave:— Dimensioni psicopatologiche – Differenze di genere – SVARAD – Disturbi dell’umore – Disturbi d’ansia
Key words:
Psychopathological dimensions – Gender differences – SVARAD (Scale for Rapid Dimensional Assessment) – Mood disorders – Anxiety disorders

Introduzione

L’interesse nei confronti del genere sembra notevolmente aumentato nel corso degli ultimi anni ed ha coinvolto un gran numero di campi. In ambito psichiatrico viene attualmente considerato una variabile importante non solo nell’espressione ma anche nel trattamento dei disturbi psichiatrici. In primo luogo, gi� da tempo si � posta l’attenzione sulla differente epidemiologia dei disturbi psichiatrici tra i generi: in special modo sembra che i disturbi di panico, i disturbi fobici, i disturbi d’ansia generalizzata, i disturbi di somatizzazione ed i disturbi alimentari siano tutti pi� comuni nelle donne rispetto agli uomini, cos� come i disturbi depressivi e la distimia. Purtroppo, per�, sono ancora relativamente scarsi i dati in letteratura che riguardano le possibili spiegazioni biologiche per queste chiare differenze nella prevalenza dei disturbi psichiatrici. Inoltre ci sono ancora poche reali informazioni su come il genere influenzi la risposta al trattamento, gli effetti collaterali e cos� via. Fortunatamente questo stato di cose sembra cambiare rapidamente (1-3). Differenze importanti sul piano neuroanatomico sono infatti gi� state dimostrate da un notevole numero di studi che si sono susseguiti nel corso degli anni: diversit� sono riportate nella dimensione e morfologia del corpo calloso, nell’area preottica ipotalamica, nel planum temporale e nella percentuale di sostanza grigia del cervello umano (4-10). Inoltre studi attuati utilizzando la tecnica ad emissione di positroni (PET) hanno riscontrato differenze nella quota di flusso ematico cerebrale a riposo (rCBF) (11-14), o nella quota di utilizzo di glucosio per il metabolismo cerebrale (15). In alcuni studi � stato dimostrato come alcune strutture encefaliche (premotoria, M1/S1, cingolato anteriore, corteccia posteriore dell’insula, nucleo lenticolare, e cervelletto) siano genere-specifiche o riflettano differenze nell’intensit� della percezione del dolore. In particolar modo alcuni autori ipotizzano che la corteccia prefrontale possa giocare un ruolo importante nelle differenze percentuali e neurofisiologiche di risposta agli stimoli dolorifici tra i sessi. Sarebbe inoltre stata dimostrata una differente percezione del dolore nei due sessi, probabilmente associata a differenti patterns di attivazione delle strutture encefaliche (4 16).

Anche nei disturbi psicotici, in particolar modo nella schizofrenia sono state documentate notevoli e significative differenze tra i due sessi: in recenti studi clinici e di neuroimmagine viene infatti enfatizzato l’impatto di queste differenze sia sulla sintomatologia che sull’andamento del disturbo schizofrenico. Differenze di genere sono infatti emerse: nell’et� di insorgenza del disturbo, nella personalit� premorbosa, nei sottotipi di schizofrenia, nelle funzioni psicosociali ed infine nella risposta al trattamento, sia farmacologico che psicosociale (17-21). Alcuni studi sembrano inoltre suggerire che alla base dei differenti disturbi psichiatrici tra i due sessi vi sia una differenza nel sistema serotoninergico, denominato addirittura “genere-specifico”. � emerso infatti che disturbi depressivi, disturbi d’ansia e disturbi alimentari siano pi� frequenti nel genere femminile, mentre alcoolismo, aggressivit� e suicidio sembrano predominanti nel genere maschile (22). Al di l� delle molteplici differenze neuroanatomiche e neurofunzionali dimostrate tra i sessi, nuova attenzione sembra emergere nei confronti delle differenze psicopatologiche di genere. Molti studi infatti si sono orientati nello studio della diversa incidenza, della diversa prevalenza nonch� delle manifestazioni diverse di uno stesso disturbo nel genere maschile e nel genere femminile. Come riportato da uno studio recente condotto su di un gruppo di adolescenti, sembrerebbe che i disturbi del comportamento, la tendenza al suicidio e l’impulsivit� diminuiscano proporzionalmente con l’et� nel genere femminile, mentre aumentano nel genere maschile l’abuso di sostanze, i disturbi del comportamento e l’impulsivit� (23). Inoltre anche nell’ambito dei disturbi di personalit� sembrerebbe emergere come nel genere maschile siano pi� frequenti i criteri per il cluster A, il disturbo schizotipico di personalit�, e il disturbo antisociale di personalit�; dato che invece non sembra emergere nel genere femminile (24).

In altri studi � stata evidenziata l’importanza che il genere sembra giocare nell’espressione della comorbidit� in asse II. I maschi borderline infatti sembrano avere pi� probabilit� delle femmine di rispondere ai criteri dei DSM-III-R per i disturbi di personalit� paranoide, passivo-aggressivo, narcisistico ed antisociale (25).

In un recente studio � emerso come nel genere maschile siano pi� frequenti poliabuso di sostanze, atti violenti e criminali, abusi fisici e sessuali (26). Alcuni autori sostengono che queste differenze psicopatologiche vengano influenzate anche e soprattutto da fattori socio-culturali. In uno studio viene infatti discusso come le differenze di genere nei ruoli sociali e gli stereotipi possano giocare un ruolo molto importante nelle differenti manifestazioni e nelle differenti percentuali di disturbi mentali negli uomini e nelle donne (27). Alcuni autori, inoltre, hanno studiato campioni di pazienti psichiatrici mediante l’MMPI-1 e l’MMPI-2, evidenziando come per gli uomini siano stati riscontrati punteggi pi� elevati in alcune scale interpretabili come espressione di ostilit�, aggressivit� ed impulsivit�, mentre le donne hanno mostrato una maggior tendenza alla depressione, all’ansia ed all’ipocondria (28).

Appare evidente allora come le numerose indagini svolte nello studio delle differenze di genere nell’ambito dei disturbi psichiatrici abbiano il fine di verificare se e quanto la variabile sesso possa incidere sulla psicopatologia. A questo proposito evidenti differenze psicopatologiche di genere sembrano emergere dall’analisi della maggior parte dei dati riportati nella letteratura pi� attuale: gli uomini sembrerebbero agire molto pi� impulsivamente, violentemente ed in modo disinibito rispetto alle donne per le quali sembra invece emergere una tendenza alla riflessione, al vissuto ed all’emotivit�.

Per saggiare questa ipotesi ci pare possa essere utile un approccio alla diagnosi psicopatologica che negli ultimi anni ha riscosso notevole interesse: si tratta dell’approccio dimensionale. Secondo questo approccio, � possibile caratterizzare ogni singolo quadro clinico, a prescindere dal suo inquadramento nosografico categoriale, in funzione del peso relativo assunto dalle varie dimensioni psicopatologiche nel suo contesto.

Una dimensione psicopatologica pu� essere definita come una alterata funzione psichica, espressa fenomenicamente da insiemi di sintomi o di segni che siano indicativi e specifici per la funzione alterata. Idealmente, il modello prevede che ogni dimensione psicopatologica sia correlabile ad un meccanismo patofisiologico, e ad un intervento terapeutico specifico, il che permetterebbe una maggiore flessibilit� terapeutica in funzione della variabilit� di ciascun quadro clinico (29). Lo scopo di questo studio � infatti quello di evidenziare l’esistenza di differenze psicopatologiche di genere in una campione di pazienti con disturbi dell’umore e disturbi d’ansia da un punto di vista dimensionale. Ci siamo quindi proposti di verificare se, a prescindere dalle categorie diagnostiche, ci possa essere un elemento comune, transnosografico, che differenzi genere maschile e genere femminile, al di l� della variabilit� sia individuale che categoriale.

Materiali e Metodi

Campione

L’indagine � stata condotta longitudinalmente, su di un campione di pazienti accettati per una prima visita, nel periodo compreso tra maggio 1994 e dicembre 1998, presso l’Ambulatorio del Servizio di Medicina Psicosomatica e Psicofarmacologia Clinica del Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica dell’Universit� “La Sapienza” di Roma. Sono stati ammessi allo studio 507 pazienti (197 maschi e 310 femmine) di et� media di 41,77 anni. Tutti i soggetti hanno ricevuto una diagnosi primaria sull’asse I o sull’asse II del DSM-III-R (29) o del DSM-IV (30) ed a tutti � stata somministrata la scala di valutazione SVARAD Il campione � stato selezionato per categorie diagnostiche, secondo i criteri diagnostici del DSM-IV: 347 pazienti affetti da disturbi dell’umore (131 maschi e 216 femmine) e 160 pazienti affetti da disturbi d’ansia (66 maschi e 94 femmine) (Tab. I, II). Il campione � stato poi suddiviso per fasce di et� (sopra e sotto i 40 anni e nel periodo climaterico 45-55 anni) (Tab. III, IV).

Strumenti psicometrici

Lo strumento prescelto per la valutazione � stato la SVARAD. Si tratta di una scala di valutazione psicopatologica ideata e validata dallo staff del professor Pancheri presso la III Clinica Psichiatrica dell’Universit� “La Sapienza” di Roma (32). La decisione di costruire un nuovo strumento, senza naturalmente pretendere di sostituire scale di valutazione pi� complesse ed articolate, � nata da alcune considerazioni che vengono qui brevemente elencate.

In psichiatria si annovera una moltitudine di scale di valutazione che consentono una valutazione quantitativa di una singola dimensione psicopatologica o di un limitato numero di dimensioni.

Vi � tuttavia un numero ridotto di scale che siano state progettate per essere impiegate anche in contesti clinici di routine, e non soltanto in contesti di ricerca. Inoltre, per poter utilizzare correttamente la gran parte delle scale di valutazione � necessario ricevere un adeguato addestramento, studiare e consultare frequentemente il manuale di siglatura, familiarizzare con la terminologia e la semantica degli items. Un altro problema che si incontra con la maggior parte delle scale di valutazione di uso pi� comune � che, essendo esse costituite da un elevato numero di items, la loro compilazione necessita di un tempo piuttosto lungo. Nella pratica clinica di routine si incontrano quindi difficolt� nell’impiego di tali strumenti per effettuare una valutazione globale delle principali dimensioni psicopatologiche che caratterizzano un quadro clinico. Per queste ragioni, si � cercato di mettere a punto una scala di valutazione che potesse permettere una valutazione rapida, sufficientemente obiettiva e affidabile delle principali dimensioni psicopatologiche.

La SVARAD � costituita da 10 items a cinque punti. Per ogni item vengono valutate l’intensit� dei sintomi, la frequenza, la pervasivit�, le eventuali conseguenze sul piano della vita di relazione (appendice 1).

Le dieci dimensioni psicopatologiche indagate sono le seguenti: Apprensione/Timore, Tristezza/Demoralizzazione, Rabbia/Aggressivit�, Ossessivit�/Iterattivit�, Apatia/Abulia, Impulsivit�, Distorsione della realt�, Disorganizzazione del pensiero, Preoccupazione somatica/Somatizzazione, Ipertimia/Attivazione. Gli items dimensionali della SVARAD sono stati identificati sulla base di alcuni criteri guida: risultati di analisi fattoriale condotta su gruppi di pazienti con diagnosi categoriale definita e confermata (Distorsione della realt�, Disorganizzazione del pensiero, Apatia-Abulia); caratteristiche sintomatologiche dominanti (clusters sintomatologici) in aree di patologia categoriale a confermata validit� nosografica (Tristezza, Ipertimia, Attivazione, Ossessivit�); tratti clinici (caratteristiche cliniche) ampiamente descritte in letteratura come caratteri transnosografici presenti in molte sindromi categoriali (Impulsivit�, Somatizzazione, Rabbia/Aggressivit�). Per facilitare la compilazione da parte dell’esaminatore vi � una specifica definizione per ognuna di queste dimensioni. La valutazione viene fatta su cinque gradi di gravit� per ognuno dei quali � presente una specifica definizione (La descrizione del contenuto dei dieci items viene riportato in appendice 1). La scala viene compilata dal medico alla fine della prima visita, insieme ad altre scale psicopatologiche.

Lo strumento � stato recentemente validato (32). Sinteticamente viene qui esposta la procedura di validazione. La validit� di contenuto � stata stimata calcolando l’indice V di Aiken sulla base dei giudizi di un gruppo di dodici esperti. L’attendibilit� � stata esaminata calcolando concordanza e correlazione dei punteggi attribuiti da due valutatori indipendenti su un campione di 68 pazienti ambulatoriali. La validit� concorrente � stata studiata in un campione di 70 pazienti ambulatoriali valutati con la SVARAD, la PANSS, e le scale di Hamilton per la depressione e l’ansia. Il calcolo dell’indice V di Aiken ha fornito valori statisticamente significativi per tutti gli items. I coefficienti di attendibilit� sono risultati discreti o buoni per tutti gli items, con l’eccezione degli items 3 e 4 che presentano valori appena sufficienti. Il profilo delle correlazioni tra gli items della SVARAD e le misure criterio pertinenti ad ognuno di essi sembra deporre chiaramente per la validit� di tali items, con due possibili eccezioni: l’item 3, per il quale non erano tuttavia disponibili misure criterio adeguate a consentire una piena ed effettiva verifica della validit� concorrente, e l’item 4, per il quale non vi sono dati a sostegno della validit� dei livelli di gravit� pi� bassi. Nell’insieme, questi risultati indicano che la SVARAD consente di effettuare una valutazione sufficientemente attendibile e valida delle dimensioni psicopatologiche da essa indagate, anche se va posta opportuna cautela nell’interpretazione dei dati relativi all’item 3 e soprattutto all’item 4. Per ogni item sono stati calcolati, nel campione dei pazienti con diagnosi di disturbi dello spettro depressivo e nel campione dei pazienti con diagnosi di disturbo dello spettro ansioso, i punteggi medi del subcampione femminile e del subcampione maschile. In seguito i punteggi medi ottenuti sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA ad una via).

Procedura di analisi

La scala di valutazione SVARAD � stata compilata per tutti i pazienti in sede di prima visita ambulatoriale. Contestualmente � stata effettuata la diagnosi secondo i criteri del DSM-IV. Il campione globale � stato diviso in base al genere (197 maschi, 310 femmine). Successivamente il campione � stato suddiviso per categorie diagnostiche in due gruppi: pazienti affetti da disturbi dello spettro depressivo e pazienti con diagnosi dello spettro ansioso (Tab. II). Nell’ambito dei disturbi d’ansia sono stati inseriti i pazienti con diagnosi di Disturbo ossessivo-compulsivo, in quanto inclusi in questa categoria diagnostica per tradizione nosografica anche se molti ritengono che tale disturbo vada classificato a parte. Nell’ambito di queste due grandi categorie diagnostiche si � poi effettuata una divisione in base al genere. Per ognuno dei gruppi cos� ottenuti, sono stati calcolati i punteggi medi del subcampione femminile e del subcampione maschile per ogni item della SVARAD In seguito i punteggi medi ottenuti sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA ad una via).

Per l’analisi e l’elaborazione grafica dei dati � stato impiegato il pacchetto statistico SPSS per Windows.

Risultati

Sono emerse differenze significative in quattro delle dieci dimensioni indagate dallo strumento: Impulsivit�, Tristezza/Demoralizzazione, Apprensione/Timore, Preoccupazione Somatica/Somatizzazione.

Dimensione Impulsivit�

Sono emerse differenze statisticamente significative tra i due sessi sia nel campione con disturbi dello spettro ansioso sia nel campione con disturbi dello spettro depressivo, e tale differenza si � rivelata essere pi� accentuata nel sottogruppo maschile di pazienti con et� superiore ai quarant’anni del campione dei depressi (maschi 0,45 e femmine 0,26; p = 0,04). Una conferma parziale si avuta anche nel campione totale dei maschi con disturbi depressivi, solo a livello di tendenza (maschi 0,47 e femmine 0,33; P = 0,08) (Figg. 3, 6). Osservando i punteggi numerici relativi ai due gruppi possiamo notare che vi � una tendenza per quanto riguarda la dimensione Impulsivit� ad essere costantemente superiore, nel campione dei pazienti maschi in entrambi i gruppi diagnostici, sia dei disturbi ansiosi che depressivi, ed in tutte le fasce d’et� (Tabb. III, IV).

Dimensione Tristezza/Demoralizzazione

Non vi sono differenze tra i sessi nel campione con disturbi depressivi mentre differenze statisticamente significative si sono riscontrate nel campione con disturbi ansiosi dove la componente depressiva (dim. Tristezza/Demoralizzazione) appare superiore nel campione totale delle femmine (maschi 0,8 e femmine 1,1; p = 0,004) e nel sottogruppo dei pazienti con et� superiore ai quarant’anni (maschi 0,83 e femmine 1,18; p = 0,05) (Tabb. III, IV) (Figg. 4, 5).

Dimensione Apprensione/Timore

Sono emerse differenze statisticamente significative nel campione con disturbi depressivi ed in particolar modo nel campione totale e nel sottogruppo dei pazienti con et� superiore ai quarant’anni dove, per le femmine, sono stati riscontrati punteggi superiori (rispettivamente maschi 1,52 e femmine 1,80, p = 0,007; maschi 1,47 e femmine 1,77, p = 0,015). Inoltre � emersa una tendenza di tale dimensione ad essere superiore nelle femmine in entrambi gli spettri diagnostici ed in tutti i sottogruppi (Tabb. III, IV) (Figg. 1, 2).

Dimensione Preoccupazione Somatica/Somatizzazione

Tutti i valori sono risultati essere superiori nel genere maschile. Sebbene tali differenze non abbiano raggiunto una significativit� statistica, nel gruppo di pazienti appartenenti al campione con disturbi d’ansia, le differenze di genere si sono avvicinate a valori statisticamente significativi e sono risultati essere superiori nel campione maschile, in particolare nel sottogruppo con et� inferiore ai quarant’anni (maschi 1,22 e femmine 0,92; p = 0,08) (Tabb. III, IV).

Discussione

I risultati ottenuti sembrano sottolineare come nel gruppo dei pazienti appartenenti al campione con Disturbi depressivi, a parit� di umore depresso, la dimensione Apprensione/Timore sia significativamente superiore nel genere femminile. Inoltre nella campione con Disturbi d’ansia, a parit� di preoccupazione ansiosa, la dimensione Tristezza/Demoralizzazione (e quindi la componente depressiva) appare superiore nel genere femminile. Secondo una possibile interpretazione, questi dati sembrano sottolineare come nelle donne affette da disturbi depressivi prevalga, rispetto agli uomini, la componente “ansiosa” (dim. Apprensione/Timore), mentre nelle donne affette da disturbi d’ansia sia pi� evidente, sempre rispetto al gruppo maschile, la componente “depressiva” (dim. Tristezza/Demoralizzazione) come se le donne “depresse fossero pi� ansiose” mentre le “donne ansiose fossero pi� depresse”. Si rileva quindi una interessante inversione che, sembrerebbe aprire la strada a svariate interpretazioni.

Anche se non supportata da significativit� statistica, � interessante l’osservazione del prevalere nel genere maschile della componente ipocondriaca (dim. Preoccupazione Somatica/Somatizzazione) in entrambi gli spettri diagnostici, con una maggiore tendenza rispetto alle donne a proiettare sul corpo il proprio disturbo sia ansioso che depressivo. Ci� va contro il pregiudizio, anche psichiatrico, di una maggior tendenza alla somatizzazione nel genere femminile.

� inoltre apparso evidente come la componente relativa al discontrollo degli impulsi (dim. Impulsivit�) sia significativamente maggiore nel genere maschile in entrambi i gruppi diagnostici sia ansiosi che depressivi, con punteggi che si sono rivelati superiori in ogni confronto con il genere femminile ed in ogni fascia di et�.

Sembrerebbe quindi che, a parit� di umore depresso ed a parit� di sintomatologia ansiosa, gli uomini tendano a proiettare maggiormente sul proprio corpo, a somatizzare, a mostrare una maggiore attenzione e preoccupazione sul proprio corpo di quanto non facciano le donne. Inoltre appare chiara una tendenza significativamente maggiore del genere maschile al discontrollo degli impulsi, ad agire in modo a volte improvviso, di quanto invece riscontrato nel campione femminile.

Le donne, invece, a parit� di umore depresso, tenderebbero a vivere questa situazione a livello di ansia libera e lo stesso risultato vale in modo invertito. Nelle donne, cio�, a parit� di componente ansiosa, appare maggiore la componente di emozionalit� depressiva mentre negli uomini appare evidente la componente del discontrollo degli impulsi.

Indubbiamente l’aspetto pi� interessante � la maggior labilit� dei confini tra disturbi depressivi e disturbi ansiosi nel genere femminile. � possibile che ci� sia in rapporto alle differenze di comunicazione interemisferica che caratterizzano i due sessi.

Questi risultati suggeriscono anche come, in presenza di un disturbo, sia esso di tipo ansioso che di tipo depressivo, gli uomini e le donne esprimano la sofferenza in modi diversi. Nell’uomo, infatti, la sofferenza appare essere “agita” verso l’esterno, sembra cio� prevalere l’attivit� motoria, la disinibizione, la tendenza a mettere improvvisamente in atto comportamenti incontrollati (dim. Impulsivit�). Tutto questo potrebbe essere associato ad una possibile riduzione del vissuto e della riflessione, come se nell’uomo l’azione liberi ed attenui la sofferenza, sia che essa sia di origine ansiosa che di origine depressiva. Inoltre nell’uomo emerge in modo maggiore rispetto alle donne la tendenza a manifestare polarizzazione sul proprio corpo, sintomi somatici senza base organica, preoccupazione eccessiva per la propria salute, timore eccessivo e ingiustificato di essere malato.

Nel genere femminile, al contrario, la sofferenza sembra essere “agita” verso l’interno; sembrano cio� prevalere i vissuti e la sofferenza interna. Emergerebbero maggiormente, infatti, il senso di paura e di angoscia, sentimenti di preoccupazione, di costrizione, di pericolo imminente (dim. Apprensione/Timore). Inoltre per quanto riguarda i disturbi appartenenti allo spettro ansioso, nel genere femminile prevalgono pessimismo, riduzione degli interessi e dell’energia, senso di sfiducia in se stessi e nelle proprie capacit� (dim. Tristezza/Demoralizzazione).

In ogni modo, queste differenze psicopatologiche di genere non sembrano essere solamente una risposta diversa alla sofferenza ma appaiono una modalit� generale che caratterizza entrambe le patologie, sia dello spettro ansioso che depressivo, come se i confini fossero pi� labili nelle donne rispetto agli uomini dove appaiono pi� netti. Queste differenze appaiono essere cio� caratteristiche di base, differenti e contrapposte nei due generi, che emergerebbero maggiormente ed in misura pi� evidente in presenza di un disturbo psichiatrico, sia esso di origine ansiosa che di origine depressiva.

Tab. I.
Gruppi diagnostici rappresentati nel campione.
Diagnostic subgroups within the sample.

Totale

Femmine

Maschi

D. d’ansia

160

94

66

D. umore

347

216

131

 

Tab. II.
Categorizzazione del campione (DSM-IV).
Subdivision of the sample according to DSM-IV diagnoses.

Disturbi d’ansia

Numero di soggetti

Disturbo di panico

78

Fobia specifica

1

Fobia sociale

4

Disturbo Ossessivo-Compulsivo

19

Disturbo d’ansia generalizzato

8

Disturbo d’ansia NAS

50

Disturbi dell’umore

Disturbo depressivo maggiore

151

Disturbo distimico

139

Disturbo depressivo NAS

50

Disturbi bipolari

17

 

Tab. III.
Campione ansiosi.
Scores on the SVARAD of male and female patients in the anxiety disorders subsample.

Impulsivit�

tristezza

apprensione

ipocondria

Campione tot.

p = 0,175

p = 0,004

p = 0,915

p = 0,2

Maschi (n = 66)

0,36 (ds � 0,624)

0,81 (ds � 0,630)

2,03 (ds � 0,656)

1,16 (ds � 0,815)

Femmine (n = 94)

0,24 (ds � 0,479)

1,10 (ds � 0,595)

2,04 (ds � 0,747)

0,98 (ds � 0,886)

< 40 aa

p = 0,316

p = 0,067

p = 0,998

p = 0,087

Maschi (n = 40)

0,42 (ds � 0,712)

0,85 (ds � 0,580)

2,07 (ds � 0,730)

1,22 (ds � 0,768)

Femmine (n = 53)

0,30 (ds � 0,463)

1,07 (ds � 0,583)

2,07 (ds � 0,730)

0,92 (ds � 0,874)

> 40 aa

p = 0,606

p = 0,02

p = 0,713

p = 0,805

Maschi (n = 26)

0,25 (ds � 0,442)

0,76 (ds � 0,710)

1,95 (ds � 0,550)

1,08 (ds � 0,881)

Femmine (n = 43)

0,18 (ds � 0,512)

1,16 (ds � 0,614)

2,02 (ds � 0,788)

1,02 (ds � 0,885)

45-55 aa

p = 0,010

p = 0,148

p = 0,616

p = 1,0

Maschi (n = 9)

0,33 (ds � 0,5)

0,77 (ds � 0,667)

1,88 (ds � 0,782)

1 (ds � 0,866)

Femmine (n = 17)

0 (ds � 0,0)

1,17 (ds � 0,636)

2,05 (ds � 0,827)

1 (ds � 0,791)

 

Tab. IV.
Campione depressi.
Scores on the SVARAD of male and female patients in the mood disorders subsample.

Impulsivit�

tristezza

apprensione

ipocondria

Campione tot.

p = 0,084

p = 0,651

p = 0,007

p = 0,635

Maschi (n = 131)

0,46 (DS � 0,814)

1,99 (DS � 0,786)

1,52 (DS � 1,01)

0,82 (DS � 0,937)

Femmine (n = 216)

0,33 (DS � 0,626)

2,02 (DS � 0,654)

1,80 (DS � 0,836)

0,77 (DS � 0,898)

< 40 aa

p = 0,700

p = 0,387

p = 0,278

p = 0,617

Maschi (n = 42)

0,52 (DS � 0,804)

1,85 (DS � 0,647)

1,61 (DS � 0,987)

0,69 (DS � 0,950)

Femmine (n = 71)

0,46 (DS � 0,771)

1,97 (DS � 0,696)

1,81 (DS � 0,899)

0,60 (DS � 0,819)

> 40 aa

p = 0,04

p = 0,143

p = 0,015

p = 0,532

Maschi (n = 93)

0,45 (DS � 0,827)

2,04 (DS � 0,844)

1,47 (DS � 1,01)

0,91 (DS � 0,941)

Femmine (n = 146)

0,26 (DS � 0,529)

2,07 (DS � 0,642)

1,77 (DS � 0,798)

0,83 (DS � 0,924)

45-55 aa

p = 0,273

p = 0,787

p = 0,702

p = 0,629

Maschi (n = 24)

0,66 (DS � 0,816)

2,08 (DS � 0,929)2

1,66 (DS � 1,13)

1,00 (DS � 0,933)

Femmine (n = 53)

0,47 (DS � 0,668)

0,13 (DS � 0,621)

1,75 (DS � 0,830)

0,88 (DS � 0,954)

 

Figg. 1-3.
Punteggi S. VA. RA. D. nel campione totale con disturbi dell’umore nelle dimensioni Apprensione (sopra) e nel campione sopra i 40 anni nelle dimensioni Impulsivit� (centro) e Apprensione (sotto).
S. VA. RA. D. scores in the total sample with mood disorders on the Apprehension dimensions (upper panel) and in the over 40 years subsample with mood disorders on the Impulsiveness (centre) and Apprehension (lower panel) dimensions.

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Figg. 4-6.
Punteggi S. VA. RA. D. nel campione totale con disturbi d’ansia (sopra) e nel campione sopra i 40 anni nella dimensione Tristezza (centro) e nel campione della fascia d’et� tra i 45 e i 55 anni nella dimensione Impulsivit� (sotto).
S. VA. RA. D. scores in the total sample (upper panel) and in the over 40 years subsample with anxiety disorders on the Sadness dimension (centre) and in the 45-55 years subsample on the Impulsiveness dimension (lower panel).

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Appendice 1
Appendix 1

SVARAD – Scala per la valutazione rapida dimensionale
The Scale for Rapid Dimensional Assessment (SVARAD)

a cura di
P. Pancheri, M. Biondi, P. Gaetano, A. Picardi
III Clinica Psichiatrica, Universit� di Roma “La Sapienza”

Nome ………………… Cognome ………………….. Et� …………… Data della valutazione……………

Apprensione/timore

Stato di inquietudine e di tensione; sensazione di pericolo imminente; senso di costrizione; sentimenti di preoccupazione, paura, angoscia.

0 Assente.

1 Lieve: presente solo saltuariamente o sotto stimoli particolari, non pervasivo, senza compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

2 Moderata: frequente, non pervasivo, a comparsa spontanea o indotto da stimoli non rilevanti, senza compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

3 Grave: subcontinuo, pervasivo, con modesta compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

4 Estrema: continuo, pervasivo, con notevole compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

Tristezza/demoralizzazione

Sentimenti di sfiducia in se stessi e nelle proprie capacit�, riduzione della creativit� e dell’energia, pessimismo, riduzione degli interessi e del piacere legato ad essi.

0 Assente.

1 Lieve: modificabile in seguito a stimoli piacevoli, limitata ad alcuni settori di esperienza, senza compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

2 Moderata: scarsamente modificabile, estesa a quasi tutti i settori di esperienza, lieve compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

3 Grave: non modificabile, pervasiva, con moderata compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

4 Estrema: non modificabile, pervasiva, con grave compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.

Rabbia/aggressivit�

Sentimenti di irritazione, rancore, collera; manifestazioni di irritabilit�, litigiosit�, ostilit�; violenza verbale o fisica.

0 Assente.

1 Lieve: presenti solo saltuariamente, il paziente � in grado di controllarsi.

2 Moderata: frequenti, generalmente controllate.

3 Grave: pervasive, molto frequenti, poco controllate, problemi nelle relazioni sociali.

4 Estrema: pervasive, continue, scarsamente controllate, serie conseguenze sociali.

Ossessivit�

Dubbiosit�, rigidit�, meticolosit�, perfezionismo; comportamenti ripetitivi atti a prevenire, verificare, controllare; presenza di ossessioni o compulsioni.

0 Assente.

1 Lieve: presente, ma senza ossessioni o compulsioni chiaramente strutturate.

2 Moderata: ossessioni o compulsioni presenti solo saltuariamente, non invasive, parzialmente controllabili, non interferenti con le normali attivit�.

3 Grave: ossessioni o compulsioni frequenti, invasive, poco controllabili, interferenti con le normali attivit� lavorative e sociali del paziente senza tuttavia comprometterle.

4 Estrema: ossessioni e compulsioni invasive, presenti per la maggior parte della giornata, non controllabili, con compromissione delle attivit� lavorative e sociali.

Apatia

Indifferenza, distacco, appiattimento e ottundimento dell’affettivit�, con riduzione della progettualit� e dell’iniziativa.

0 Assente.

1 Lieve: di modesta entit�, variabile o modificabile, con discreta progettualit�; funzionamento sociale scarsamente alterato.

2 Moderata: evidente, modificabile da stimoli particolari, con ridotta progettualit�; funzionamento sociale discreto.

3 Grave: dominante, difficilmente modificabile anche da stimoli intensi, con progettualit� molto ridotta; funzionamento sociale scarso.

4 Estrema: costante, non modificabile, con progettualit� pressoch� inesistente; funzionamento sociale marcatamente compromesso.

Impulsivit�

Tendenza a mettere improvvisamente in atto comportamenti inadeguati o potenzialmente dannosi per s� o per altri, senza adeguata riflessione sulle cause o sulle conseguenze delle proprie azioni.

0 Assente.

1 Lieve: atti impulsivi in genere controllabili o modificabili, rari, conseguenti a stimoli rilevanti.

2 Moderata: atti impulsivi parzialmente controllabili o modificabili, poco frequenti, conseguenti anche a stimoli non rilevanti, con moderata interferenza sociale.

3 Grave: atti impulsivi scarsamente controllabili o modificabili, frequenti, con conseguenze sociali rilevanti.

4 Estrema: mancanza di ogni controllo sugli impulsi, atti impulsivi molto frequenti, con gravi conseguenze sociali o legali.

Distorsione della realt�

Difficolt� a distinguere tra realt� e fantasia, tendenza ad attribuire significati insoliti o non condivisibili agli eventi, alle proprie esperienze; presenza di deliri o allucinazioni.

0 Assente.

1 Lieve: tendenza ad attribuire significati inusuali o poco condivisibili agli eventi, esperienze percettive insolite.

2 Moderata: deliri con critica parziale, oscillante o poco congrua; oppure allucinazioni, saltuarie o in condizioni particolari, con critica parziale o oscillante.

3 Grave: deliri evidenti ma non pervasivi, con critica scarsa o assente; oppure allucinazioni, frequenti ma non continue, con critica scarsa o nulla.

4 Estrema: deliri evidenti, continui, pervasivi, senza alcun accenno di critica; oppure allucinazioni continue, assillanti o pervasive, non criticate.

Disorganizzazione del pensiero

Alterazione dei rapporti fra i contenuti ideativi e dei principi che presiedono alla strutturazione del pensiero, che risulta quindi alterato nella sua organizzazione logico-formale e destrutturato nelle sue modalit� comunicative.

0 Assente.

1 Lieve: presente solo saltuariamente nel discorso spontaneo, o in presenza di stimoli particolari.

2 Moderata: frequente nel discorso spontaneo, tende a ridursi nel discorso guidato, possibile comunque una comunicazione sufficientemente valida.

3 Grave: costante nel discorso spontaneo, evidente nel discorso guidato, difficile la comunicazione.

4 Estrema: continua, pervasiva, impossibile la comunicazione.

Preoccupazione somatica/somatizzazione

Polarizzazione sul proprio corpo, sintomi somatici senza base organica, preoccupazione eccessiva per la propria salute, timore eccessivo e ingiustificato di essere malato.

0 Assente.

1 Lieve: rara, di modesta intensit�, sensibile alle rassicurazioni.

2 Moderata: frequente, evidente, poco sensibile alle rassicurazioni, scarsa interferenza con il funzionamento sociale e lavorativo.

3 Grave: subcontinua, dominante, sensibile solo temporaneamente alle rassicurazioni, apprezzabile interferenza con il funzionamento sociale e lavorativo.

4 Estrema: costante, pervasiva, non sensibile ad alcuna rassicurazione, invalidante.

Attivazione

Aumento dell’attivit� motoria, accelerazione ideativa, disinibizione, sensazioni di eccessiva energia e fiducia nelle proprie capacit�, euforia o irritabilit�.

0 Assente.

1 Lieve: modeste espansivit�, irritabilit�, disinibizione; irrequietezza psicomotoria; capacit� critiche e di giudizio conservate.

2 Moderata: umore espansivo e irritabile, disinibizione evidente, tendenza all’iperattivit� potenzialmente rischiosa o dannosa; capacit� critiche e di giudizio oscillanti.

3 Grave: umore euforico o irascibile, notevole disinibizione, iperattivit� scarsamente finalizzata, esagerata e potenzialmente dannosa; capacit� critiche e di giudizio ridotte.

4 Estrema: umore esaltato o gravemente irascibile; attivit� palesemente esagerata, non finalizzata e gravemente interferente sul piano sociale; capacit� critiche e di giudizio notevolmente compromesse.

………… PUNTEGGIO TOTALE

Firma dell’esaminatore ……………………………………………………………

 

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