Contributo allo studio di variabili psicopatologiche correlate all’uso-abuso di Internet

A contribution to the study of Internet use/abuse-related psychopathological variables

C. Del Miglio*, A. Gamba*, T. Cantelmi**

* Dipartimento di Psicologia, Universit� di Roma �La Sapienza�; ** Professore a contratto di Cyberpsicologia, Seconda Scuola di Specializzazione in Psichiatria, Universit� di Roma �La Sapienza�

Key words: Internet addiction • Personality • Psychopathology

Correspondence: Dr. Tonino Cantelmi, via Livorno 36, 00162 Roma, Italy – Tel. +39 6 44247115

L’interesse scientifico nei confronti degli aspetti psicologici e psicopatologici dell’uso della Rete si sta focalizzando sul fenomeno della dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder) o �dipendenza del terzo millennio� come la Young (1) stessa ama definirla. Tale attenzione spesso non rende giustizia alla natura complessa della Rete, alla sua dimensione interpersonale (solitamente infatti si accosta l’IAD a psicopatologie come il gioco d’azzardo patologico o il Compulsive buying, dove gli aspetti sociali e relazionali sono in secondo piano), alla molteplicit� dei bisogni individuali che Internet, tecnologia particolare e indeterminata, pu� soddisfare (2)(4).

In Italia l’iniziale e comprensibile scetticismo dimostrato dal mondo scientifico e in particolare psichiatrico (5) si � trasformato in reale interesse in merito da quando � stato possibile esaminare i primi pazienti affetti da sintomatologia Internet-correlata, �nei quali era presente assieme a uno strano corteo sintomatologico, una sorta di irrefrenabile bisogno di chattare, a volte cos� esclusivo da indurre a trascurare qualsiasi altra attivit� (6). Il rapporto tra psicologia e Internet ha recentemente ricevuto ulteriori attenzioni, grazie alla possibilit� di trattare questo tipo di pazienti (e non solo) attraverso il contatto on-line, utilizzando Internet come uno strumento terapeutico (7)(9) che si dimostra particolarmente indicato per quegli utenti che altrimenti difficilmente ricorrerebbero all’aiuto di uno specialista. Sembra comunque accettato che sia possibile evidenziare una sorta di potenzialit� psicopatologica propria della Rete e persino un percorso verso la retomania, costituito da: a) una fase iniziale, con attenzione ossessiva per la mail-box, polarizzazione ideo-affettiva sui temi inerenti la Rete; b) una fase tossicofila, con progressivo incremento del tempo di permanenza in Rete e sensazione di malessere quando si � off-line, collegamenti in ore notturne con perdita di sonno; c) una fase finale tossicomanica (per ora difficile da raggiungere in Italia), caratterizzata da collegamenti cos� prolungati da compromettere la vita personale, sociale e professionale (10) (11).

Dal 1996 al 2000, Cantelmi (6) precisa di aver avuto l’opportunit� di esaminare solo sei pazienti rete-dipendenti (4 maschi e 2 femmine), giovani adulti di livello culturale medio-alto. I soggetti rientrano nella fascia d’et� considerata a rischio per l’insorgenza della dipendenza da Internet (tra i 30 e i 35 anni). Tutti i pazienti, che utilizzano Internet da pi� di sei mesi, riferiscono di passare molte ore settimanali in rete (fino a 50), lamentando apatia, ansia, irrequietezza e anedonia off-line, nonch� una marcata compromissione della vita relazionale, scarso interesse per le relazioni interpersonali e diminuito rendimento professionale.

Ai fini diagnostici e terapeutici rimane di fondamentale interesse attuare ricerche su numeri elevati di soggetti che intrattengono con il computer una relazione privilegiata, a prescindere da chi ne fa uso per motivi di lavoro e di studio, con il preciso intento di mettere in evidenza particolari tratti di personalit� che possano predisporre alla dipendenza da Internet o alle nuove forme di dipendenza, le new-addictions, di cui si inizia a parlare, precisandone gli ambiti e le eventuali correlazioni. Molto va chiarito in proposito; innanzi tutto, � possibile parlare di una nuova forma di dipendenza senza il concorso di una sostanza fisica che ne giustifichi l’esistenza, cos� come prevede il DSM-IV? Per la Young la sindrome da Internet-dipendenza va classificata tra le dipendenze cosiddette comportamentali, come il gioco d’azzardo o la bulimia. Non sarebbe dunque una tossicodipendenza, ma non per questo meno pericolosa. Secondo Caretti (12), invece, la dipendenza patologica dal computer sarebbe solo la prima fase di un disturbo pi� grave caratterizzato da alterazione dello stato di coscienza, depersonalizzazione e perdita del senso abituale dell’identit� personale e andrebbe collocata all’interno della categoria diagnostica �Trance Dissociativa da Videoterminale�.

A quanto ci risulta in Italia, oltre la nostra ricerca sperimentale on-line, tuttora in corso e i cui risultati parziali sono stati via via pubblicati (6) (13), non esistono dati sperimentali su campioni attendibili per numerosit� e rappresentativit� della popolazione di riferimento. Inoltre rimane il grande limite della raccolta dei dati on-line, laddove non � assolutamente possibile controllare la veridicit� delle informazioni pi� semplici, quali il sesso dei soggetti, il titolo di studio, il numero di ore che trascorrono in rete e da quanto tempo.

In una prima fase della ricerca, degli 80 soggetti contattati 14 sono risultati addicted, cio� con punteggio medio-alto alla scala IAD (Internet Addiction Test) della Young (1) (tenendo presente che lo strumento non � stato validato dall’Autrice). Questi soggetti utilizzano Internet soprattutto per comunicare con altre persone o per raccogliere informazioni, preferendo servizi come e-mail, chat e MUD. I punteggi del MMPI di tutti i soggetti sono stati correlati con i punteggi alla scala IAD: sono risultate significative le correlazioni con le scale Pd (deviazione psicopatica), D (Depressione) e Sc (schizofrenia), scala che raggruppa un’ampia variet� di sintomi, quali sensazioni d’irrealt�, ritiro sociale, convinzioni devianti, esperienze insolite, percezioni particolari. I fenomeni dissociativi possono trovare in servizi come chat e MUD una condizione facilitante, per la possibilit� offerta all’utente di assumere identit� fittizie diverse da quella reale. Chiaramente i risultati possono essere letti in modo diametralmente opposto, ovvero nel senso di una causalit� diretta tra la rete e l’individuo: in quest’ottica sarebbero le stesse caratteristiche tecnologiche della comunicazione telematica a generare nell’individuo la dipendenza dal media e a determinare l’insorgenza di stati psicologici abnormi.

Mettendo poi a confronto i 14 addicted con i 14 soggetti con i punteggi pi� bassi alla scala IAD, quindi non addicted, si rileva che i primi riportano punteggi alti (statisticamente significativi) nella deviazione psicopatica; punteggi pi� alti nella scala F e pi� bassi nella scala K, che evidenziano i disagi degli utenti dipendenti, nonch� le loro difficolt� ad attivare difese adeguate alle circostanze e alle esigenze ambientali.

Si constata, inoltre, una netta differenza tra le 16.86 ore medie settimanali dei non addicted contro le 29.86 degli addicted e tra i 41 mesi medi di utilizzo del primo gruppo contro i 71 del secondo gruppo.

Per ovviare ai limiti dello strumento utilizzato (la scala IAD della Young) e del campione composto esclusivamente da utenti �reclutati� on-line, abbiamo avviato una ricerca che � in corso di pubblicazione con uno strumento da noi predisposto e validato, il questionario UADI (Uso, Abuso e Dipendenza da Internet) (14).

Lo strumento costruito � composto da 80 item, ripartiti con l’analisi delle componenti principali in 5 scale, Evasione compensatoria, Dissociazione, Impatto sulla vita reale, Sperimentazione e Dipendenza. Il questionario � stato validato su 241 soggetti utenti off-line della Rete (M = 163 e F = 78). Dall’analisi dei dati � emersa una correlazione negativa tra la scala Dissociazione e la variabile mesi di utilizzo. Questo dato smentirebbe la convinzione diffusa che i comportamenti di abuso (in questo caso la sperimentazione di fenomeni dissociativi e la tendenza al comportamento di evitamento-fuga) riguardino maggiormente i soggetti che utilizzano questo strumento da molto tempo. Al contrario, gli utenti pi� esperti hanno totalizzato i punteggi pi� bassi in questa scala, oltre che nelle scale Sperimentazione ed Evasione. Grohol (15) ha affermato che gran parte dei soggetti che abusano di Internet ha probabilmente scoperto da poco l’universo della rete e ne � rimasta profondamente affascinata (enchantment). La maggior parte di essi raggiunge, di solito, una successiva fase di equilibrio, caratterizzata da un uso di Internet responsabile e integrato con le attivit� della �vita reale�. Inoltre la variabile ore di collegamento non si � rivelata una misura correlata con il livello di dipendenza da Internet e non ha mostrato alcuna relazione con le scale dello strumento.

Scopo della ricerca

Nella ricerca prima menzionata ai soggetti era stato somministrato il Minnesota Multiphasic Personality Inventory 2 (MMPI-2), noto test di personalit�, al fine di studiare eventuali relazioni tra aspetti di personalit� e modalit� di utilizzo della Rete, con particolare attenzione al comportamento di abuso.

Nel presente lavoro intendiamo esporre alcuni risultati ottenuti approfondendo le caratteristiche di personalit� degli utenti intervistati.

Materiale e metodo

Soggetti

I soggetti della ricerca sono stati reperiti grazie alla frequentazione di Internet caf� o Internet center e di ambienti lavorativi e universitari nelle citt� di Roma, Salerno, Milano, Siena e Bari; sono soggetti che utilizzano Internet da almeno 6 mesi e per almeno 6 ore settimanali.

Il campione (Tab. I) � composto in prevalenza da utenti di sesso maschile (M = 163; F = 78), dato in accordo con le stime esistenti circa la popolazione degli utenti di Internet a livello internazionale.

L’et� � compresa tra i 13 e i 57 anni (media 28.7 aa.; 29 per i maschi e 28 per le femmine); la fascia di et� pi� rappresentata � quella tra i 20 e i 25 anni (31,1%); solo 9 soggetti sono minorenni. I pi� giovani (< 20 anni) utilizzano Internet da minor tempo (in media da 16 mesi) e per un minor numero di ore settimanali (9,33 ore). Il 70% dei soggetti si collega per 6-12 ore settimanali (in media 11,9 ore/settimana); solo 3 individui superano le 40 ore settimanali. Mediamente i soggetti usano Internet da 24 mesi (i maschi da 26 mesi contro i 18 mesi delle femmine).

Ai soggetti � stato chiesto di riportare i due servizi di Internet maggiormente utilizzati e i due scopi principali per i quali si collegano. World Wide Web e posta elettronica sono risultati di gran lunga i servizi preferiti. Secondariamente a questi compare la chat, mentre solo 14 utenti si collegano principalmente per praticare i giochi di ruolo on-line (MUD). La ricerca, generica, � lo scopo primario del collegamento pi� frequentemente riportato; seguono il lavoro e le relazioni interpersonali. Solo 15 utenti riferiscono di collegarsi principalmente per scopi sessuali.

Strumenti utilizzati

Sono stati somministrati il questionario UADI (Uso, Abuso e Dipendenza da Internet) (13) e ilMMPI-2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory) (16). L’UADI � composto da 80 item secondo una scala Likert a 5 punti (da �assolutamente vero� a �assolutamente falso�) che riguardano l’uso di Internet, con particolare attenzione al vissuto emotivo del soggetto durante e dopo il collegamento. Lo strumento prevede 5 scale, ciascuna composta da 15 item (5 sono riempitivi): Evasione compensatoria (EVA) raccoglie una serie di item che descrivono un uso di Internet all’insegna dell’evasione, quale atto di compensazione rispetto alle difficolt� della vita reale quotidiana. Le affermazioni riguardano la regolazione, in positivo, dell’umore, del senso di competenza personale e delle qualit� di relazione sociali.

La scala Dissociazione (DIS) descrive alcuni sintomi dissociativi (esperienze sensoriali bizzarre, depersonalizzazione, derealizzazione) insieme alla tendenza all’alienazione e all’allontanamento-fuga dalla realt�.

La scala Impatto sulla vita reale (IMP) contiene degli item che descrivono le conseguenze sulla vita reale (eventuale modificazione delle abitudini, dei rapporti sociali, dell’umore) dell’uso di Internet.

La scala Sperimentazione (SPE) descrive l’uso di Internet come spazio privato, come laboratorio sociale di sperimentazione del s�, come terreno per il gioco e la regressione, come strumento per la ricerca di emozioni.

La scala Dipendenza (DIP) contiene item che riguardano alcuni comportamenti e sintomi della dipendenza, in particolare tolleranza (aumento progressivo del periodo di collegamento), astinenza, compulsivit� e ipercoinvolgimento. I punteggi normativi provvisori sono riportati nella Tabella II.

Il MMPI-2 � stato utilizzato per valutare le pi� importanti caratteristiche strutturali della personalit� dei soggetti e la presenza di disturbi emozionali; sono state considerate le tre scale di controllo (L-Lie, K-correzione, F-frequenza) e le dieci scale cliniche principali (Hs-ipocondria, D-depressione, Hy-isteria, Pd-deviazione psicopatica, Mf-mascolinit�/femminilit�, Pa-paranoia, Pt-psicoastenia, Sc-schizofrenia, Ma-mania, Si-introversione sociale).

Analisi dei dati e discussione dei risultati

Il confronto tra le medie di M e F all’UADI non aveva evidenziato differenze significative sulle singole scale e sul punteggio totale (Tab. II): quindi i soggetti del nostro campione non si differenziano in base al sesso per uso-abuso di Internet. Invece il confronto tra le scale del test di personalit� evidenzia differenze significative (Tab. III) per la scala L (p = .017), la scala Pd (p = .004), con punteggi pi� elevati (ma pur sempre in un range di normalit�) in entrambe le variabili nel gruppo delle F.

Successivamente sono state correlate (17), sempre separatamente per M e F, le scale e il totale UADI con le scale del MMPI-2 (Tab. IV).

Nel gruppo F solo la scala L � correlata negativamente (- .230*) con il punteggio totale dell’UADI, correlazione del tutto legata alla scala DIP (- .236*). � evidente che allorch� i punteggi alla scala L aumentano, il soggetto tende a mentire per dare di s� una buona impressione e probabilmente tende a mentire anche rispondendo al questionario UADI.

Nel gruppo M le correlazioni sono pi� numerose e articolate: i punteggi totali dell’UADI sono correlati negativamente (- .243**) con la scala K e positivamente con F (.189*), Pt (.163*), Sc (.165*), Ma (.204**) e Si (.202*) a.

Si � ritenuto opportuno approfondire la ricerca sulla personalit� nel gruppo M indagando sui soggetti ripartiti in base ai loro punteggi all’UADI, individuati dal calcolo dei quartili. Si ottengono cos� quattro gruppi caratterizzati da: �UADI basso� (N = 38, media = 126.95, ds = 14,04), �UADI medio-basso� (N = 41, media = 160,83, ds = 9,52), �UADI medio-alto� (N = 41, media = 190,83, ds = 10,33) e �UADI alto� (N = 40, media = 249,65, ds = 30,39). Nella Tabella V, dove sono messi a confronto i punteggi medi al MMPI dei due gruppi estremi (UADI basso e UADI alto), si evidenziano differenze significative nelle scale F, K, Pt, Sc, Ma e Si, le stesse risultate correlate con l’UADI (Tab. IV).

Si possono quindi commentare come segue il risultati all’MMPI: le cause dell’elevazione della scala F possono essere spiegate con il desiderio di conformismo rispetto all’ambiente esterno (che pu� esprimersi nell’uso acritico degli strumenti offerti dalla cultura di appartenenza, senza un’adeguata elaborazione personale), con un forte coinvolgimento sociale, politico o religioso (diverse motivazioni implicano differenti modalit� di utilizzo della Rete), con agitazione, scarsa attenzione e possibile presenza di sintomi di carattere psicopatologico. La scala K pu� sottolineare la valenza compensatoria di un atteggiamento evasivo ed elusivo verso la realt�; punteggi pi� alti indicano una tendenza a fornire un’immagine idealizzata e irreale di s� e della propria realt� come modalit� difensiva dell’Io. Per contro i punteggi pi� bassi corrispondono a maggiori difficolt� ad attivare difese adeguate alle circostanze e alle esigenze ambientali.

Per quanto riguarda le scale cliniche, la scala Pt (psicastenia) conferma la natura ossessivo-compulsiva del comportamento dipendente, caratterizzato da un ipercoinvolgimento ritualistico della Rete. La scala Sc (schizofrenia) riguarda un’ampia variet� di sintomi ritenuti da altri studi (5) (10) correlati con le caratteristiche della rete pi� a rischio patologico, e precisamente sensazioni di irrealt� che potrebbero rispecchiare la derealizzazione del virtuale, la diffusione dell’identit� in personaggi virtuali, fino all’estraneamento da se stessi nel labirinto dell’identit� cyber; esperienze insolite, percezioni particolari, riconducibili alla perdita dei confini spazio-temporali che caratterizzano il cyberspazio. Un punteggio elevato alla scala Ma (ipomania) caratterizza persone instabili, che poco tollerano la noia, in cerca di varie forme di eccitazione e che, a livelli estremi, possono manifestare atteggiamenti manipolatori e tratti maniaco-depressivi; questi individui mostrano una vasta gamma di interessi o una dispersione di questi, in quanto spesso non usano la loro energia in maniera appropriata, essendo rivolta in modo prevalente ad un’attivit� estensiva piuttosto che intensiva. Ci� sembra favorito dalla logica del World Wide Web (con le sue connessioni o links), dal superamento dei vincoli spazio-temporali tipici della dimensione ipertestuale e dall’aumento di complessit� degli ambienti virtuali. La scala SI (introversione sociale) sembra sostenere l’ipotesi che l’ipercoinvolgimento con Internet e la fuga nella realt� virtuale siano pi� frequenti in maschi introversi, con maggiori difficolt� di relazione e comunicazione, rispetto alle quali l’anonimato della Rete pu� assumere una valenza compensatoria.

Conclusioni

I risultati del presente lavoro non consentono generalizzazioni di sorta nella direzione di ritenere l’abuso di Internet una causa scatenante di date patologie psichiche. Le analisi effettuate con i due test utilizzati mettono in evidenza la presenza di correlazioni tra alcune caratteristiche psicopatologiche di personalit� e un uso importante della Rete. Va comunque sottolineato che rilevare una co-presenza non significa rilevare un’evidente relazione di causa-effetto tra due dimensioni: nel nostro caso � tutto da dimostrare che l’abuso di Internet conduca sempre a stati di alterazione psichica. I tratti problematici dei soggetti da noi intervistati potevano gi� esistere, prima che l’uso di Internet diventasse in loro impellente. Perci� pu� essere vero che certe tipologie patologiche esplodono in uno stato di dipendenza (da sostanze, situazioni, persone) e quindi anche da Internet ed � ovvio che queste patologie poi si riscontrano quando si intervistano soggetti sul loro uso-abuso di questa tecnologia.

Mancano, comunque, ricerche �cruciali�, cio� studi longitudinali sulla personalit� di adolescenti e giovani adulti che siano soliti navigare assiduamente in Rete o che dedichino sempre pi� ore del loro tempo a chattare. Solo questi tipi di ricerca ci consentirebbero di cogliere la comparsa di nessi significativi con eventuali tratti di personalit� patologici indotti dall’abuso di Internet e delle sue applicazioni.
Tab. I. Descrizione del campione. Sample characteristics.

Anni

M

F

Titolo di studio

Ore di coll. sett. (media)

Mesi di utilizzo(media)

Media

Med. sup.

Laurea

< 20

14

10

15

9

9,33

15,92

20-25

47

28

1

66

8

10,87

22,99

26-30

45

21

4

41

21

13,52

24,98

31-36

28

9

1

27

9

12,95

24,65

> 36

29

10

1

25

13

11,77

27,03

totale

163

78

22

168

51

11,90

23,74

Tab. II. Punteggi normativi provvisori UADI: medie e deviazioni standard secondo la variabile sesso. Soggetti = 241 (M = 163, F = 78). Preliminary UADI standard scores: means and standard deviation as a function of sex.

Scale

sex

Punteggi

Media

d.s.

Min

Max

EVA

M

35,55

12,99

15

72

F

37,75

11,46

15

67

Tot.

36,19

12,54

15

72

DIS

M

29,41

14,30

15

73

F

29,13

10,76

16

74

Tot.

29,25

13,23

15

74

IMP

M

37,44

11,76

17

71

F

34,55

9,24

17

68

Tot.

36,60

11,07

17

71

SPE

M

36,95

11,33

15

70

F

35,63

8,64

18

61

Tot.

36,50

10,53

15

70

DIP

M

43,13

9,59

17

65

F

45,28

9,23

24

68

Tot.

43,73

9,51

17

68

UADI

M

182,68

48,30

94

311

Totale

F

180,69

34,19

124

297

Tot.

181,89

44,22

94

311

Tab. III. MMPI-2: medie e deviazioni standard secondo la variabile sesso. MMPI-2 means and standard deviation as a function of sex.

SEX

L

F

K

Hs

D

Hy

Pd

Mf

Pa

Pt

Sc

Ma

Si

M

Media

47,91

55,03

47,36

53,71

48,87

48,99

51,65

50,67

52,40

50,29

52,42

53,25

50,91

N = 163

d,s,

� 8,23

� 15,20

� 8,87

� 11,46

� 10,40

� 9,77

� 10,86

� 9,84

� 11,78

� 11,34

� 12,06

� 12,44

� 9,58

F

Media

50,59

52,91

47,57

52,09

50,01

50,58

55,37

51,05

50,50

48,85

54,10

53,17

48,59

N = 78

d,s,

� 7,81

� 10,29

� 8,08

� 10,65

� 10,20

� 9,70

� 4,98

� 12,36

� 10,06

� 10,09

� 6,92

� 10,49

� 9,25

Tot.

Media

48,78

54,34

47,43

53,18

49,24

49,50

52,85

50,79

51,79

49,83

52,96

53,22

50,16

N = 241

d,s,

� 8,18

� 13,82

� 8,61

� 11,21

� 10,33

� 9,75

� 9,52

� 10,69

� 11,27

� 10,95

� 10,69

� 11,82

� 9,52

Tab. IV. Correlazioni (r di Pearson) UADI/MMPI -2, distinte secondo la variabile sesso. Correlations between UADI and MMPI-2 as a function of sex.

UADI

SEX

MMPI

L

F

K

Hs

D

Hy

Pd

Mf

Pa

Pt

Sc

Ma

Si

EVA

M

,015

,189*

-2,12**

-,048

-,006

-,184*

,031

-,025

,100

,136

,141

,253**

,169*

F

-,016

,005

-,035

-,053

-,022

,014

,085

-,045

,214

,020

-,063

-,127

,125

DIS

M

,040

,109

-,168*

-,015

,043

-,109

,004

-,025

,028

,116

,085

,134

,158*

F

-,192

,016

,028

,038

-,004

,034

,098

,119

,069

,064

,119

,027

-,020

IMP

M

,116

,182*

-,194*

,120

,135

,078

,019

,069

,106

,151

,153

-,013

,206**

F

-,210

,101

-,099

-,021

-,048

-,014

,006

-,094

,041

-,033

,078

-,068

,065

SPE

M

-,153

,115

-,166*

-,049

-,037

-,152

,065

-,010

,011

,080

,123

,237**

,059

F

-,126

,054

-,089

-,091

,030

-,123

,061

,091

,094

,011

,094

,051

,124

DIP

M

-,127

,147

-,271**

-,022

,091

-,050

,134

,069

,096

,221**

,202*

,219**

,210**

F

-,236*

-,074

,031

,132

,180

,219

,000

-,073

,018

,121

-,034

-,197

,125

UADI TOT.

M

-,014

,189*

-,243**

,000

,056

-,099

,055

,013

,081

,163*

,165*

,204**

,202*

F

-,230*

,024

-,045

-,014

-,007

-,015

,060

-,030

,144

,003

,038

-,084

,121

* p = .05 ** p = .01

Tab. V. MMPI-2 (Maschi): confronto tra gruppi distinti secondo il punteggio UADI (basso e alto). MMPI-2 (men): ANOVA on groups discriminated by UADI scores (low vs. high).

MMPI Totale UADI

UADI BASSO
(N = 38, media = 126,95, d.s. = 14,04)

UADI ALTO
(N = 40, media = 249,65, d.s. = 30,39)

F

p

media

d.s.

media

d.s.

L

48,84

6,42

48,43

8,40

,42

,882

F

51,61

13,04

62,38

19,71

-10,77

,002

K

50,37

9,20

44,92

7,45

5,45

,006

Hs

53,32

12,84

54,73

12,34

-1,41

,592

D

49,26

10,56

51,30

11,06

-2,04

,389

Hy

49,32

9,23

48,60

11,04

,72

,749

Pd

51,87

10,79

53,70

9,97

-1,83

,457

Mf

49,50

9,12

50,21

13,50

-,71

,755

Pa

50,00

12,18

54,78

12,99

-4,77

,075

Pt

46,79

10,05

54,90

10,30

-8,11

,001

Sc

49,89

11,53

57,98

13,52

-8,08

,003

Ma

49,50

11,89

57,53

12,17

-8,02

,005

Si

49,76

9,21

54,80

50,96

-5,04

,019

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