Il Nerve Grovvth Factor (NGF) � il primo fattore di crescita ad essere stato scoperto e, forse, il pi� noto. � una proteina che, oltre alle riconosciute funzioni trofiche a carico dei neuroni simpatici e sensoriali del Sistema Nervoso Periferico e dei neuroni monoaminici e colinergici del proencefalo basale e di neuroni non colinergici dell’ippocampo, svolge una importante funzione “regolatrice” di processi fisiologici ascrivibili a tre sistemi omeostatici: il sistema nervoso, l’immunitario e l’endocrino. L’attenzione sul possibile ruolo svolto dall’NGF in funzioni comportamentali, ed in particolare nei meccanismi dell’ansia e della sedazione, nasce dai risultati degli studi eseguiti su modelli animali che hanno dimostrato il ruolo ricoperto da questa neurotrofina nei meccanismi di attivazione del comportamento aggressivo e difensivo dei topi. � stato, infatti, dimostrato che l’aggressivit� in topi maschi adulti induce una aumento dell’NGF e del relativo mRNA a livello di diverse aree ipotalamiche, quali il nucleo paraventricolare, ipotizzando per l’NGF un ruolo di “coping” di regolazioni neuroendocrine e di plasticit� centrale a seguito di eventi stressanti. L’NGF, rilasciato in circolo in queste condizioni, agisce non solo sulle cellule del sistema nervoso ma anche sulla corticale e midollare della ghiandola surrenale. A conferma di questi risultati, studi eseguiti su ratti sottoposti a trattamento con dosi scalari di aloperidolo hanno dimostrato livelli ipotalamici ridotti di NGF direttamente correlabili al grado di sedazione dell’animale. A partire da questi dati provenienti da ricerche sui modelli animali, abbiamo voluto studiare i livelli plasmatici di NGF nell’uomo sottoposto a diverse condizioni di stress. Il primo studio � stato realizzato misurando i livelli circolanti di NGF su paracadutisti al loro primo lancio confrontati con paracadutisti che sapevano non essere sottoposti al lancio il giorno successivo. Lo studio ha dimostrato un aumento dell’NGF circolante nel primo gruppo pari al all’84% la sera precedente al lancio e pari al 107% 20 minuti dopo il lancio, ad indicare una maggiore influenza dello stress di natura psichica piuttosto che di natura fisica sui livelli circolanti di NGF. Inoltre, dato non meno importante, lo stesso studio ha dimostrato che il rilascio di NGF precede quello dei “classici” ormoni dello stress, quali il cortisolo, il GH o l’ACTH. Alla luce degli studi eseguiti con aloperidolo sui modelli animali, abbiamo, poi, voluto verificare nell’uomo la risposta dell’NGF al trattamento con aloperidolo che, se somministrato a basse dosi, ha un effetto ansiolitico. Abbiamo cosi dimostrato una significativa riduzione dei livelli plasmatici di NGF in un campione di schizofrenici 2 ore dopo l’assunzione di 20 mg di aloperidolo per os. In un’altra ricerca abbiamo dimostrato come una situazione stressante, quale la terapia elettroconvulsivante (ECT), induca significativi aumenti di NGF in pazienti depressi che sono in procinto di ricevere il trattamento, a differenza degli schizofrenici in cui l’aumento, pur essendo presente, � poco significativo. I risultati fin qui acquisiti nei modelli animali e nell’uomo conferrnano il ruolo ricoperto dall’NGF nei meccanismi dell’ansia e della sedazione ed aprono possibili percorsi di ricerca sulle ipotetiche applicazioni cliniche di questa neurotrofina.